Castellammare del Golfo

Castellammare del Golfo è un comune italiano di 15 250 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia.
Basa la sua economia sul turismo e sulla viticoltura e la pesca. Di particolare interesse la rievocazione storica, che si celebrava ogni due anni, dell’attacco al porto da parte degli inglesi, sventato, secondo la leggenda, dall’arrivo della Madonna di l’assicursu (Madonna del Soccorso). La cittadina sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici e dà il nome all’omonimo golfo prospiciente il castello, delimitato a est da capo Rama e a ovest da capo San Vito.

Architetture civili

Palazzo Crociferi, antico convento dei padri di San Camillo di Lellis detti padri crociferi per la grande croce rossa che i padri camilliani portano sul loro abito religioso, oggi sede del Municipio, costruito nel 1659 assieme alla chiesa S.Maria degli agonizzanti (la chiesa di lu cummentu) adesso adibita a Sala consiliare.

Architetture religiose

  • Chiesa Madonna del Rosario. Si trova all’interno del borgo adiacente il castello e si ipotizza sia stata eretta in periodo normanno intorno all’anno 1100. La chiesa, molto piccola, presenta un portale con un bassorilievo della Madonna col Bambino con i Santi ed il Crocifisso, attribuita al Gagini. All’interno, in un angolo, è presente una Madonna Nera con bambino (Madonna di l’agnuni).
  • Chiesa del Purgatorio. Risalente alla fine del Trecento, ha al suo interno pregevoli opere pittoriche del seicento e del settecento.
  • Chiesa Madre (La Matrici), Nata sulle fondamenta di una chiesa precedente, la sua costruzione inizia nel 1726 e il luogo apre al culto dieci anni dopo. Ha tre ordini di navate, custodisce la statua maiolicata rappresentante la Madonna del Soccorso della seconda metà del Cinquecento, affreschi di Giuseppe Tresca (si ipotizza anche la partecipazione di Giuseppe Velasco)raffiguranti episodi del Vecchio Testamento e un’acquasantiera del Seicento.
  • Chiesa Madonna delle Grazie. È degli inizi del Seicento; al suo interno è presente un dipinto del diciottesimo secolo, che raffigura la Madonna col Bambino.

Architetture militari

Castello a mare

Norman Arab castle
Daniele Pugliesi, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Nei pressi del porto di Castellammare del Golfo sorge il cosiddetto Castello a mare, chiamato così perché fino agli anni ottanta era lambito dal mare. Lo specchio di mare antistante la torre era chiamato “vasca della regina” per indicare una vasca naturale delimitata da scogli, che la leggenda vuole fosse in uso alla regina del castello.
Si pensa che il castello a mare venne costruito dagli arabi nel X secolo. Le prime notizie del castello a mare risalgono al geografo arabo Idrisi nel 1154.
Secondo lo stesso Idrisi, il castello a mare fungeva da dependance del più importante maniero di Calathamet (“Castello dei Bagni”), che sorgeva nei pressi delle sorgenti termali presenti nei pressi di Castellammare del Golfo.
Fu ampliato da Normanni e successivamente fortificato dagli Svevi tramite l’aggiunta di mura difensive e delle torri. Nel 1316, in seguito alle lotte tra Angioini e Aragonesi, fu distrutto da Federico II d’Aragona per poi essere ricostruito. Venne dotato prima di due torri merlate (denominate “Torre di di San Giorgio” e “Torre della Campana”), quindi venne aggiunta una prima cinta muraria nel 1521, poi nel 1537 una terza torre (detta “il Baluardo”), una quarta torre nel 1586 (che è l’unica torre che è ancora visibile) e infine una seconda cinta muraria nel 1587. Durante lo stesso periodo il ponte levatoio preesistente venne sostituito con l’odierno ponte in muratura.
Pietro II d’Aragona lo assegnò a Raimondo di Peralta e da questi passò agli eredi Guglielmo e Nicolò. Fu in seguito proprietà di Pietro Spadafora Ruffo, che lo lasciò come dote alla figlia, divenendo quindi proprietà di Sigismondo di Luna. Dopo una serie successiva di passaggi ritornò alla fine del Cinquecento alla famiglia Luna. Nel 1649 fu venduto a Francesca Balsamo Aragona principessa di Roccafiorita. Oggi è di proprietà pubblica ed ospita al suo interno un polo museale che si snoda in un percorso denominato “La Memoria del Mediterraneo” che comprende quattro sezioni: il Museo dell’Acqua e dei Mulini, il Museo delle Attività Produttive, il Museo Archeologico e il Museo delle Attività Marinare.

Torri saracene

Nel territorio di Castellammare del Golfo sorgono inoltre antiche torri di avvistamento saracene, tra cui la torre di avvistamento nella baia di Guidaloca, torre Bennistra, la Torre della tonnara di Scopello e la torre di Scopello.

Aree naturali

La costa

La costa castellammarese comprende sia tratti sabbiosi (tra cui la spiaggia di sabbia finissima della “Plaja”), sia tratti rocciosi (costituiti dalle calette a nord-ovest del centro abitato).
La spiaggia “La Plaja” è la spiaggia più grande di Castellammare del Golfo. Si trova a est della città e ha inizio subito dopo la foce del fiume San Bartolomeo.
All’interno della città si trova Cala Petrolo (subito dopo Punta Nord Est, venendo dalla spiaggia La Playa) e la piccola spiaggia della marina, nei pressi del porto.
Subito oltre il braccio del porto, si trova il “Vallone delle Ferle”, conosciuto anche come “Vallone San Giuseppe”, dal quale comincia la zona chiamata Pirale (“pedale”), che arriva fino alla punta omonima, superata la quale ha inizio il tratto denominato “Costa dei Gigli”, che si estende fino a un punto della costa conosciuto dai pescatori con il nome di Nasu (“naso”). Proseguendo lungo questo tratto di costa, voltandosi indietro si ha sempre modo di vedere il paese, cosa non più possibile una volta superata la cosiddetta “Porta” (‘N testa a la porta).
Oltrepassata la “Porta” si ha una piccola insenatura chiamata Vucciria, con relative grotte, e a seguire la “Fossa dello Stinco”, contraddistinta da un’alta falesia bianca detta Petri Vranchi (“pietre bianche”). Le rocce di colore bianco continuano anche oltre Punta Falconera nella successiva cala denominata, forse proprio per questo, “Cala Bianca”.

Grotte

Sia sul massiccio del Monte Inici che sulle pareti prospicienti il mare e sotto di esso, sono presenti diverse grotte

Grotta di S. Margherita: si trova su una parete a strapiombo a 15 metri sul livello del mare. Sulle pareti laterali dell’ampia grotta si scorgono diverse pitture databili tra il XIII e il XIV secolo: una Madonna con Bambino, affiancata da un Santo e da un altro pannello a destra, contenente un personaggio non identificato, che indossa all’apparenza un manto serico decorato e svolazzante; in fondo un grande pesce ed una Santa circondata da Angeli; sul lato opposto, a sinistra dell’ingresso, una Crocifissione ed altre figure. Nelle vicinanze della grotta sono state rinvenute tracce di un impianto per la lavorazione del pesce e la produzione del garum
Grotta della Ficarella: è una grotta subacquea nella riserva naturale dello Zingaro. Si accede a 14 metri di profondità attraversando un ampio cunicolo che arriva a una grande stanza sul livello del mare dove è possibile togliersi l’erogatore e ammirare le pareti della grotta.
Grotta dell’Eremita anche detta “grotta del cavallo”: ubicata nel complesso montuoso di Monte Inici si sviluppa per 4.500 metri con un dislivello di 310 metri.
Abisso dei Cocci con uno sviluppo di 2.000 metri ed un dislivello complessivo di 420 metri.

Terme Segestane

Situate in contrada Ponte Bagni, fanno parte del gruppo di sorgenti che sgorgano lungo una faglia alle falde del Monte Inici, confluenti nel Fiume Caldo. Note e sfruttate sin dall’antichità, corrispondono alla statio delle Aquae Segestanae sive Pincianae riportata nell’Itinerarium Antonini. Nel XII secolo erano conosciute col nome arabo al-hammah (“il bagno termale”).
Attualmente le Terme segestane dispongono di uno stabilimento termale realizzato nel 1958 e ampliato nel 1990. L’acqua sulfurea, a una temperatura di circa 44 °C, alimenta due piscine termali e la Grotta Regina, una sauna naturale di epoca romana.
Nella collina sovrastante l’attuale stabilimento sono situati i resti archeologici e il castello di Calathamet (Qalcat al-hammah, “la rocca dei bagni”), un insediamento che si ipotizza fondato in epoca islamica (fine X o inizio XI secolo). Ai piedi del rilievo di Calathamet (circa 500 m a est), su un territorio esteso più di tre ettari, si trova invece il grande sito archeologico di Ponte Bagni, per il quale, a differenza di Calathamet, sembra certa una lunga continuità di vita attraverso i periodi romano, bizantino e islamico. Le Aquae Segestanae dell’Itinerarium sono da identificarsi precisamente con questo sito.

Scopello

Tonnara di Scopelo
Patrice78500, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Scopello è una località costiera italiana, frazione del comune di Castellammare del Golfoin provincia di Trapani.
L’abitato conta circa 118 residenti, cresciuto attorno ad un antico baglio, distante poco più di 10 km dal capoluogo comunale, che d’estate diventano circa 2.000. Nei pressi si trova la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro e i “faraglioni di Scopello”, con l’attigua tonnara.
A poca distanza dal baglio si trova Guidaloca, una baia limitata dal “Pizzo della Gnacara” e dalla “Puntazza”. Al suo interno si trova una grande spiaggia a forma d’arco formata da ciottoli, lunga circa 400 metri. Sul lato ovest della “cala” è presente una torre cilindrica risalente al XVI secolo, posta a guardia di quel tratto di costa.
Monumenti e luoghi di interesse

Tonnara

La tonnara di Scopello è una delle più importanti e antiche di tutta la Sicilia: i primi fabbricati risalgono al XIII secolo, la tonnara vera e propria fu edificata nel XV secolo da Giovanni Sanclemente e ampliata dalla famiglia Sanclemente nel corso del XVI secolo; passò quindi alla Compagnia di Gesù e infine alla famiglia Florio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto